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STUDIO PROTA

 

Via S.S. Appia 7 bis km 145 - c.c IL MOLINO

80029 SANT’ANTIMO (NA)

Orario Studio

 

Lunedi                                          14  -  19

 

Martedì                    10  -  13   /  14  -  19

 

Mercoledi               chiuso      /      chiuso

 

Giovedì                                         14  -  19

 

Venerdi                                         14  -  19

 

Sabato           una volta al mese per Appuntamento

 

Domenica                                      chiuso

 

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Per maggiori informazioni, contattaci:

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SUDIOPROTA2019@TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI

Gli Impianti zigomatici, sin dal loro esordio, si sono dimostrati una valida alternativa riabilitativa per il trattamento del mascellare edentulo gravemente atrofico. La tecnica prevede l'ancoraggio apicale degli impianti nel corpo dell'osso malare e l'emersione della connessione implanto protesica in corrispondenza della cresta ossea mascellare; tutto ciò finalizzato a ristabilire una funzione dell'apparato stomatognatico attraverso una prevedibile ritenzione bicorticale aln fine permettere il supporto protesico.

La procedura, introdotta da Brånemark nel 1998, per la riabilitazione di pazienti con gravi deficit ossei mascellari conseguenti a resezioni post-oncologiche, traumi, malformazioni o edentulia è da considerarsi un'eccellente opzione terapeutica alle tecniche ricostruttive del mascellare, dimostrando buone percentuali di successo a 10 anni.

 

Il protocollo originale prevedeva il passaggio intra-sinusale del corpo dell'impianto; cio' esponeva, in alcuni casi, i pazienti allo sviluppo di sinusopatie post-operatorie per alterazione del meccanismo ciliare o per migrazione di microorganismi patogeni dal cavo orale; inoltre l'emergenza delle piattaforme di connessione protesica in posizione palatale ha sempre creato difficoltà nella gestione del sistema di ancoraggio protesico.

L'implantologia zigomatica iuxta-sinusale è un'evoluzione della tecnica originaria proposta da Brånemark. Lo sviluppo si è basato su considerazioni cliniche ed è sostenuto dall'evoluzione tecnologica dei materiali e dei prodotti utilizzati. Al decorso transinusale dell'impianto, si propone una tecnica iuxta-sinusale che coinvolge marginalmente il seno mascellare nel completo rispetto della sua anatomia e funzione.

 

Le indicazioni consolidate e definite nel protocollo Nobel Biocare (1998) includevano i pazienti con estesi deficit ossei mascellari, esiti di resezioni post-oncologiche, di traumi, di difetti congeniti non risolti con altra terapia ricostruttiva. Numerosissime pubblicazioni di importanti Autori nella letteratura internazionale propongono altresì da anni l'implantologia zigomatica come un'efficace possibilità terapeutica anche nel trattamento delle estreme atrofie mascellari da cause degenerative. Queste considerazioni rendono l'impianto zigomatico non un'alternativa remota alle tecniche ricostruttive tradizionali di innesto osseo, in particolar modo se con fibula microvascolarizzata, ma una risorsa terapeutica che può spesso sfruttare anche il carico immediato e diminuire di conseguenza i tempi riabilitativi, i costi biologici di altri interventi e la morbidità derivante dagli stessi. L'indicazione può diventare pressoché primaria nei fallimenti di pregresse ricostruzioni ossee e nelle riabilitazioni post-oncologiche dopo emimaxillectomia.

comunque  un tale approccio terapeutico va riservato a casi opportunamente selezionati e non può essere proposto come prima opzione terapeutica in tutti i quadri clinici di edentulia totale o parziale del mascellare superiore, in virtù da un lato delle rare ma possibili complicanze, e dall'altro dal maggior indice di affidabilità a lungo termine di approcci alternativi quali impianti corti, impianti angolati o ricostruzioni ossee mediante tecniche di rialzo sinusale o innesti di osso autologo.

INDICATO NEI SEGUENTI PAZIENTI:

  1. Pazienti già sottoposti a chirurgia oncologica demolitiva
  2. Pazienti con estrema atrofia ossea, come le classi 6 di Cawood e Howell,
  3. Pazienti con marcata atrofia ossea e osteoporosi generalizzata
  4. Pazienti già sottoposti a ricostruzioni ossee tradizionali con riassorbimento osseo e conseguente insuccesso implantare;
  5. Pazienti con atrofia ossea in cui è controindicata per motivi locali una ricostruzione ossea tradizionale o semplicemente l'inserimento di impianti nelle sedi usuali (es displasia fibrosa o osteocementizia mascellare etc.).
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